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Sappiamo che la materia è costituita da atomi costituiti da un nucleo dove è concentrata la massa ed è composto da protoni e neutroni e attorno ad esso ruotano su orbite gli elettroni di massa ridotta. Un atomo neutro ha un numero di protoni uguali a un numero di elettroni mentre un numero diverso di neutroni per ogni singolo elemento da luogo agli isotopi. Per maggiori informazioni vedi www.supersapiens.it/scienze/teorie_atomiche.html..
I fisici, grazie a large Hadron Collider hanno scoperto particelle sub-atomiche ipernuclei, in particolare l'ipertritone, e la sua controparte di antimateria, l'anti-ipertritone. Queste particelle subatomiche potrebbero svelare alcuni dei più grandi misteri dell'universo, dalla materia oscura fino all'interno delle stelle di neutroni. l Large Hadron Collider (in acronimo LHC, lett. "grande collisore di adroni") è un acceleratore di particelle situato presso il CERN di Ginevra, utilizzato per ricerche sperimentali nel campo della fisica delle particelle
Questa scoperta è stata annunciata durante la Conferenza della Società Europea di Fisica sull'Alta Energia, tenutasi pochi giorni fa ad Amburgo. Il Dr. Hendrik Jage del progetto LHCb ha riferito di aver osservato circa 100 ipernuclei nei dati raccolti tra il 2016 e il 2018. La maggior parte di questi erano ipertritoni, che hanno una vita incredibilmente breve, meno di un miliardesimo di secondo, prima di trasformarsi in nuclei di elio e pioni.
La cosa interessante è che, a differenza dei nuclei convenzionali, un ipernucleo sostituisce uno dei protoni o neutroni con un iperone, una particella che contiene almeno un quark "strano". Si pensa che gli ipernuclei potrebbero esistere nel nucleo delle stelle di neutroni, gli oggetti più densi dell'universo dopo i buchi neri. Inoltre, l'antielio-3, un prodotto del decadimento dell'anti-ipertritone, potrebbe indicare la presenza di materia oscura nell'universo.
In poche parole, la scoperta degli ipernuclei potrebbero essere un tassello fondamentale per completare il puzzle della nostra comprensione dell'universo.
Giuseppe
divulgatore scientifico
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In fisica, in particolare in elettromagnetismo, il potere disperdente delle punte o potere dispersivo delle punte è un fenomeno che si osserva nei conduttori carichi elettricamente, e consiste nella formazione di un campo elettrico più intenso in prossimità delle zone in cui la superficie del conduttore presenta un raggio di curvatura minore (ovvero una maggiore curvatura, cosa che accade ad esempio se l'oggetto è molto appuntito).
Il fenomeno spiega, ad esempio, i fuochi di Sant'Elmo e il fatto che i fulmini colpiscano più facilmente guglie, alberi o parafulmini: l'aria infatti si ionizza massimamente dove il campo è più intenso e lì si ha la maggiore probabilità che si formi una scarica elettrica.
Sul potere disperdente delle punte si basavano i raddrizzatori usati in elettronica prima dell'invenzione dei diodi, come ad esempio quelli a cristallo di galena: se un cristallo appuntito o una punta metallica è a contatto con la faccia piana di un altro cristallo gli elettroni possono essere espulsi dal forte campo che si genera nel primo e passare nel secondo, ma non può accadere il contrario.
Nel forum abbiamo visto come si stanno realizzando pannelli fotovoltaici con maggior rendimento ma vediamo come posizionarli.
La quantità di energia prodotta da un impianto fotovoltaico dipende - a parità di altri fattori - dal posizionamento dei pannelli, cioè dall'orientazione e dall'inclinazione della loro superficie. L'orientazione ottimale della superficie del pannello risulta quella con esposizione a 0° Sud. Per quanto riguarda invece l'angolo di inclinazione, detto anche angolo di tilt, alle nostre latitudini è, grosso modo, intorno ai 30° rispetto al piano orizzontale. Questa è la situazione ideale, che si considera quindi come "caso standard" ottimale, quando è possibile (è tipicamente il caso di impianti a terra, su tetto piano. etc.). In altri casi, come ad es. tetti a falda o a dente di sega, oppure serre agricole preesistenti, non si ha la possibilità di installare i moduli nella posizione ottimale, e occorre scendere a compromessi. Ad ogni modo, posizionamenti con orientamenti a Sud-Est, a Sud-Ovest, a Est o ad Ovest e con inclinazioni tra 0° e 60° consentono ancora di raccogliere una buona percentuale di radiazione solare (70%-80%).
COME OTTIMIZZARE L'ANGOLO DI TILL.
Quando i pannelli fotovoltaici vengono inclinati dell'angolo di tilt corrispondente alla propria latitudine geografica, essi saranno perpendicolari al Sole due volte l'anno (agli equinozi) e molto vicini alla perpendicolare nelle settimane precedenti e successive agli equinozi. Questa inclinazione dunque, rende i pannelli perpendicolari al Sole o molto vicini a tale situazione per il maggior numero di ore l'anno, se i pannelli sono fissi. Se però abbiamo la possibilità di regolare manualmente l'angolo di tilt dei pannelli, possiamo fare un paio di aggiustamenti di tale angolo durante l'anno - uno d'inverno e uno d'estate - per massimizzare la produzione di energia facendo sì che i pannelli si trovino perpendicolari al Sole per il maggior tempo possibile nel corso dell'anno. In pratica, per massimizzare la produzione di elettricità d'estate, basterà orientare i pannelli fotovoltaici di un angolo di tilt pari alla latitudine meno 15°, e d'inverno, quando il Sole è più basso sull'orizzonte, di un angolo pari alla latitudine più 15°.
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Una linea elettrica in CC, corrente continua è costituita da due fili: uno positivo e l'altro negativo. La corrente è costituita da elettroni che nel circuito esterno vanno dal negativo al positivo. La correne elettrica in continua è prodotta da geeratori in CC come dinamo o pile o accumulatori.
Gli utilizzatori elettrici presentano una resistenza R a cui applicando una tensione V, circolerà una corrente I in base all'equazione, legge di ohm: R=(V/I) e quindi la tensione applicata V sarà V=Rx I.
Poi la resistenza di un materiale sarà R=ro x l/S; dove ro è la resistenza specifica del materiale; l è la lunghezza del filo espressa in metri; e S la sezione del filo espressa in mmq. ro poi è legata alla natura del materiale e alla temperatura.
Nell'impiego di un filo tener conto della sezione del filo, perchè la corrente circolando crea calore per effetto joule: è importante la densità di corrente de espressa da questa formula de=I/S dove I è la corrente in ampere e S la sezione del filo in mmq o cmq.
Un utilizzatore R assorbirà la potenza P=VxI dove V è la tensione applicata e I la corrente circolante.
Considerando le formule inverse V=RxI e I=V/R e andando a sostituire
P=Vx I = RxI x I= RI2
P=VxI = Vx V/R= V2/R
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I materiali che esistono in natura sono costituiti da atomi. Gli atomi sono costituiti da un nucleo centrale comosto da protoni e neutroni e attorno al nucleo girano igli elettroni su orbite prestabilite. I protoni hanno carica positiva, i neutroni carica neutra e danno origine per ogni elemento agli isotopi, atomi dello stesso elemento ma con numeri diverso di neutroni; gli elettroni hanno carica negativa. Per un atomo neutro il numero dei protoni è uguale al numero degi elettroni: la massa dell'atomo però è concentrata nel nucleo.
Gli atomi nell'ultima orbita possono avere da 1 a 8 atomi nell'ultima orbita e normalmente da 1 a 7 così poi favoriscono dei legami. fra gli atomi stessi.
Dal punto di vista elettrico i materiali si suddividono in conduttori e isolanti a cui si aggiungono i semiconduttori e poi i superconduttori aventi resistenza nulla.
I conduttori sono in genere i metalli ( e poi come vedremo le soluzioni elettrolitiche ) che hanno da uno a tre eletroni all'ultima orbita, gli altri sono considerati isolanti. Nei conduttori, come il rame e l'alluminio, basta una piccola forza f per fare uscire gli elettroni dell'ultima orbita che creano uno sciame di elettroni nel materiale stesso.
Gli isolanti sono tutti quei materiali, come porcellane, vetro, che offono una elevata resistenza alla corrente: e sono impiegati negli isolatori e in tutti gli impieghi per favorire le utenze elettriche.
Materiali come germanio e silicio, opportunamente drogati con elementi trivalenti o pentavalenti, danno luogo ai semiconduttori da cui si ottengono diodi, transistor e integrati.
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